Visitare Sant Eustorgio è piuttosto difficile.
Avevo letto diverse storie su questa chiesa ed ero molto curioso di vederla ma, dopo esserci passato tre o quattro volte, l'avevo sempre trovata chiusa.
Alla fine ho capito.
La chiesa effettivamente è tenuta chiusa, mentre è aperta, negli orari di visita, la Cappella Portinari, a cui si accede a pagamento e da cui poi è possibile entrare in chiesa.
Onestamente la cosa mi ha dato un po' fastidio ma poi mi sono lasciato convincere dalla simpaticissima signora della biglietteria e ho deciso che la visita valeva la spesa e che comunque i miei soldi sarebbero stati spesi per una buona causa.
Un'altra cosa da sapere è che, non solo si paga l'entrata, ma se volete fare foto nella cappella dovrete pagare un'altra quota per i diritti.
Niente di eccessivo 6 euro per l'entrata e 3 per le foto.
Detto questo, ci sono ben tre storie da raccontare.
- Le spoglie dei Re Magi.
La chiesa di Sant'Eustorgio ospita le spoglie dei Re Magi.
Si trovano nell'ultima cappella a destra in fondo alla chiesa, in un'urna, accanto all'arca che era servita a trasportarle in origine.
Come si riconosce l'arca? Se la foto qui accanto non dovesse bastare sappiate che è un enorme sarcofago con una stella ad otto punte sotto cui è inciso "Sepolcrum trium magorum".
Secondo la tradizione i resti mortali dei tre Re furono ritrovati da Elena, madre dell'imperatore Costantino, durante un viaggio a Gerusalemme e furono portati a Costantinopoli. Nel 325 d.c. (circa) l'imperatore Costantino volle far dono a Milano delle spoglie dei Magi tramite il vescovo Eustorgio.
Eustorgio, recatosi a Costantinopoli, fece costruire il sarcofago che ancora è custodito nella Basilica e, dopo aver ricevuto l'investitura di vescovo, ripartì per Milano.
Il viaggio fu lungo e difficoltoso anche perchè l'arca era grande e pesante (io prima di vederla la immaginavo molto più piccola, ma effettivamente ha l'aria di non essere troppo leggera). Eustorgio si muoveva con un carro trainato da due buoi ma, durante il tragitto uno dei due fu ucciso da un lupo. Eustorgio non si perse d'animo e riuscì ad addomesticare il lupo e a fargli a trainare il carro insieme al bue rimasto.
Arrivati poco fuori Milano il carro si fece pesantissimo tanto da non riuscire ad essere più mosso. Eustorgio interpretò questo segno come volere divino e decise di fondare in quel punto una chiesa che custodisse le sacre reliquie. Così alla fine del IV secolo d.c. nacque la basilica nel punto in cui sorge tutt'oggi.
Le spoglie dei Magi riposarono qui fino al 1162 quando l'esercito dell'imperatore tedesco Federico Barbarossa, dopo un assedio di due anni, riuscì ad espugnare Milano.
A quei tempi possedere delle reliquie importanti come quelle dei Magi poteva decretare la fortuna spirituale ed economica di un intera diocesi e l'arcivescovo di Colonia, che era anche cancelliere del re, ne era ben consapevole.
Decise quindi di tornare in patria portandole con se per farne dono all'imperatore e per ospitarle nella sua cattedrale di Colonia.
La città fu così privata di uno dei suoi tesori più importanti e per secoli diversi re, papi e cardinali tentarono senza successo di riportare indietro le sacre spoglie. Finalmente, il 6 gennaio del 1904 il cardinal Ferroni riuscì a ricevere dall'Arcivescovo di Colonia alcuni frammenti delle spoglie (due fibule, una tibia e una vertebra) che fece posizionare in un'urna al lato del sarcofago.
- San Pietro martire

Prima di entrare nella cappella Portinari si passa per una stanza che ospita diversi manufatti sacri; sulla sinistra c'è una statua che rappresenta San Pietro da Verona. Osservatela bene, ha una roncola conficcata in testa!
Volete sapere perchè?
Ecco la sua storia.
Pietro da Verona nacque nel 1203 da una famiglia di catari, che all'epoca erano considerati eretici.
Malgrado la sua educazione anti-cattolica, dopo gli studi universitari divenne un frate domenicano e, viste le sue origini, fu inviato a Milano per contrastare gli stessi catari da cui proveniva.
Pietro arrivò in città nel 1232 e si insediò nell'ex convento dei frati domenicani.
L'edificio, che esiste ancora, è quello sulla sinistra della basilica e, dall'inizio del 1200 fino a metá del 1500, ospitò il famigerato e temuto tribunale dell'inquisizione.
L'attività di Pietro ebbe un certo successo e nel 1250 Papa Innocenzo IV lo nominò Inquisitore Generale del Sant'Uffizio per le città di Milano e Como. ll potere e l'influenza dei catari a Milano diminuirono moltissimo così, alcuni dei principali capi ordirono una congiura per eliminarlo e assoldarono come sicari due contadini.
La domenica di Pasqua del 1252, mentre Pietro rientrava a Milano da Como, fu assassinato con numerose coltellate e con un ultimo colpo di roncola alla testa.
Le spoglie di Pietro furono ospitate in Sant'Eustorgio e riposarono in pace per quasi un secolo, fino a quando, nel 1340, l'arcivescovo Giovanni Visconti decise che fosse necessario dargli una più degna collocazione e commissionò a Giovanni Balduccio un'arca marmorea.
L'arca è naturalmente quella ospitata nella cappella Portinari, ma adesso ci arriviamo, la storia non è ancora finita.
Balduccio prese male le misure e costruì il sarcofago troppo corto rispetto alle spoglie di Pietro. L'arca era molto bella ma il corpo non ci stava e dopo aver cercato diverse soluzioni, l'arcivescovo Visconti decise di far decapitare il corpo del santo, di far mettere la testa in un'urna separata e di portarsela a casa.
Un po' macabro ma funzionale.
Pietro da Verona, però, probabilmente non era d'accordo con questa idea e, leggenda vuole che l'arcivescovo da quel giorno iniziasse a soffrire di fortissime emicranie che continuarono finché non decise e riportare l'urna accanto al sarcofago insieme ai resti del legittimo proprietario.
Da allora San Pietro Martire divenne il protettore di chi soffre di emicrania e i milanesi incominciarono a rappresentarlo con una roncola conficcata in testa.
Il 29 aprile, giorno dedicato al santo, si usava recarsi presso la Basilica e picchiare la testa sull'arca per proteggersi tutto l'anno dal mal di testa. Attualmente la commemorazione liturgica è stata spostata al 6 aprile e, onestamente, non so se la tradizione sia ancora praticata.
Nel 1958 fu effettuata una perizia medico legale sul teschio contenuto nell'urna e si accertò che effettivamente presentava una lesione contusiva violenta nella parte posteriore del cranio.
Torniamo un attimo all'arca.
Il sarcofago è in marmo di Carrara ed è sorretto da otto pilastri in marmo rosso di Verona sui quali sono raffigurate le otto Virtù Teologali e Morali.
Naturalmente vi starete chiedendo quali siano, eccole qui:
da sinistra davanti, la Giustizia, la Temperanza, la Fortezza, la Prudenza;
dietro, l'Obbedienza, la Speranza, la Fede, la Carità.
- La cappella Portinari e la falsa Madonna
Come ho detto, la cappella ospita l'arca con il corpo di San Pietro, ma in realtà fu costruita più di un secolo dopo quest'ultima.
Il sarcofago fu ospitato in chiesa fino al 1462, quando Pigello Portinari decise di far realizzare una cappella che accogliesse le spoglie del santo.
In realtà la sua decisione non aveva solo un fine spirituale ma anche molto terreno. Portinari, che era un ricco banchiere, voleva ingraziarsi Bianca Maria, la signora della città, molto devota a San Pietro Martire.
La cappella fu realizzata in poco tempo e otto anni dopo il Portinari morì e fu sepolto proprio lì, sotto il pavimento al centro della stanza. L'arca invece rimase in chiesa fino al 1736 quando fu spostata nel coro della cappella per poi essere smontata durante l'ultima guerra mondiale e ripristinata qualche anno dopo al centro della cappella, proprio sopra la tomba di Portinari.
Guardate in alto, c'è tutto un ciclo di affreschi sulle pareti, ma fate caso a quello sullo destra. Si intitola "Il miracolo della falsa Madonna" e rappresenta san Pietro davanti ad una Madonna con Bambino.
Guardatelo con attenzione: sia la Madonna che il Bambino hanno le corna.
Ed ecco la terza storia di questo capitolo.
Si racconta che Pietro fosse stato convocato in chiesa da un eretico che aveva evocato il demonio. Da buon inquisitore aveva fiutato l'inganno e si era presentato preparato portando con se un'ostia consacrata. Arrivato in chiesa il diavolo comparve davanti a lui travestito da Madonna, ma Pietro capì subito che qualcosa non andava visto che il demonio si era ingenuamente dimenticato di nascondere le corna, allora tirò fuori l'ostia che aveva portato con sè mettendola davanti al diavolo che scomparve inorridito.
Mettiamo un po' d'ordine: cronologia
- 325 d.c.: L'imperatore Costantino dona a Milano le spoglie dei Magi
- fine del IV secolo: viene fondata la basilica di Sant'Eustorgio
- 1162: le spoglie dei Re Magi vengono portate a Colonia
- 1252: viene ucciso Pietro da Verona, Inquisitore Generale del Sant'Uffizio
- 1340: l'arcivescovo Giovanni Visconti commissiona a Giovanni Balduccio la costruzione dell'arca
- 1462: Pigello Portinari fa costruire la cappella che porta il suo nome
- 1736: l'arca viene spostata nella cappella Portinari
- 1904: alcune delle spoglie dei Magi tornano in Sant'Eustorgio
- dopo la seconda guerra mondiale: l'arca viene sistemata al centro della cappella sopra la tomba del Portinari